Enrico Chiappini

Sito web: www.enricochiappini.com

Perché e come ho iniziato a fotografare:
Ho iniziato a fotografare da ragazzo per curiosità e ad imitazione di mio padre e, subito, mi sono appassionato.
All’età di circa vent’anni ho acquistato la mia prima reflex ad ottica intercambiabile (Asahi Pentax Spotmatic). Successivamente ho proseguito a dedicarmi alla fotografia con alti e bassi di entusiasmo; solamente con l’avvento del digitale l’ho approcciata con maggiore serietà e costanza di impegno.
Ho quindi iniziato a frequentare fotoclub (prima il Fotoclub 99 dell’Aquila, ed ora il Fotoclub Aternum Fotoamatori di Pescara) ed a partecipare a concorsi fotografici nazionali ed internazionali ed alla realizzazione di mostre.

Riconoscimenti ottenuti nel campo della fotografia:
• Mostra personale “Visioni Metropolitane: Geometrie, Riflessi, Colori”, Giulianova (TE), ottobre 2012, Patrocinio FIAF P24/12 (poi: Pescara, febbraio 2013; Montevarchi, (AR) maggio 2014)
• Pubblicazione “Visioni Metropolitane”, Patrocinio FIAF P28/12, Pescara, ottobre 2012
• Mostra personale “Shape & Color”, Pescara, giugno-luglio 2013
• Finalista al Progetto P 2013, Galleria Gallerati, Roma
• Partecipazione a Photissima Art Fair & Festival, Torino, novembre 2014
• Segnalazione al CF “26° Concorso Fotografico Nazionale Insieme per Pennapiedimonte”, Patrocinio FIAF 04/P3, Agosto 2014
• Mostra coillettiva “Estemporanea FAI di Primavera” Premio Città di Manoppello, Patrocinio FIAF P14/15, Manoppello (PE), luglio 2015
• Premio Speciale “I Calanchi” nell’ambito del “43° Trofeo Aternum, Concorso Fotografico Nazionale 2015”, (Tema al di fuori del patrocinio FIAF) Abruzzo Colore
• Segnalazione al concorso internazionale “Natural World, International Photographic Circuit”, 2016
• Partecipazione alla mostra collettiva “Oltre”, Montesilvano (PE), aprile-maggio 2017
• Pubblicazione del portfolio “Sguardi Architettonici” su Image Mag, anno VI n.02, marzo-aprile 2017
• Mostra personale “Oltre la Gloria”, Giulianova (TE), aprile 2019, Patrocinio FIAF P4/2019


Titolo del primo lavoro presentato
DENTRO LA NUVOLA

Descrizione del lavoro presentato:
Il portfolio vuole rendere partecipe il lettore delle emozioni che si provano visitando “La Nuvola” di Massimiliano Fuksass (Roma, quartiere EUR).
La Nuvola è inserita in un grosso contenitore in vetro e acciaio che, esternamente, la lascia intravvedere miscelata ai riflessi degli edifici prospicienti (foto 1).
Superata l’ampia vetrata di ingresso del contenitore, l’esterno biancastro della Nuvola appare sostenuto da pesanti strutture di acciaio: la prima impressione offerta dalle superfici traslucide che ne definiscono le forme è di una certa pesantezza (foto 2). Tutto ciò, quindi, risulta piuttosto opprimente e non corrisponde all’idea di leggerezza che veniva percepita quando si osservava – anni addietro – il suo modello.
Comunque, aggirandosi nell’ampio piano terra del contenitore si può ammirare la genialità del progettista nel modellare la struttura al fine di ottenere la forma e l’aspetto di un grosso ammasso nuvoloso (foto 3 e 4). Sembra di essere vicino ad un cumulo o ad uno stratocumulo e di poterlo toccare con mano: anzi ci si può entrare dentro (foto 5) e aggirarsi al suo interno in piena libertà (foto 6).
Il senso di oppressione qui sparisce e le superfici traslucide producono una luce diffusa che avvolge completamente il visitatore e lo separa totalmente dal mondo esterno.
Il visitatore della Nuvola ha ora la possibilità di vedere come la struttura sia stata realizzata (foto 7 e 8): le superfici tridimensionali (in plastica traslucida) che delimitano la nuvola sono sopportate da complesse centine in robusta lamiera d’acciaio, opportunamente sagomate secondo linee curve (foto 7) tra loro collegate da complessi incroci (foto 8).
Viene voglia di salire in alto, per raggiungere l’apice della nuvola e, magari, fuoriuscire a contemplare l’azzurro del cielo. Ma non è così: oltre una zona di riposo con divani e tavolini non si può andare (foto 9).



Titolo del secondo lavoro presentato:
SHAPE & COLOR


Descrizione del lavoro presentato:.
Nella cittadina di Wattens in Austria, a pochi chilometri da Innsbruck e dal confine italiano, ha sede la famosa fabbrica di cristalli Swarovski.
Per dimostrare l’eccellenza della propria produzione e lo splendore dei propri lavori, l’Azienda ha lì realizzato uno spazio espositivo, lo Swarovski Kristallwelten, avvalendosi dell’opera di famosi artisti quali - per citarne solo alcuni - André
Heller, Jim Whiting, Salvador Dalì, Keith Haring, Niki de Saint Phalle.
La visita allo Swarovski Kristallwelten é un’entusiasmante esperienza multisensoriale dove musica, immagini, luci e colori si fondono in un armonico ed affascinante insieme: é un luogo emozionale dove tutti i sensi del visitatore, ed in particolare la vista, sono colpiti da una miriade di sensazioni che emozionano profondamente all'istante e che, soprattutto, rimangono indelebili nella mente.
Lo scopo di questo portfolio, che illustra solo alcune delle numerose opere ed installazioni presenti, non è quello di raccontare una storia ma è semplicemente quello di cercare di trasmettere al lettore le emozioni che ho provato all'atto della mia visita (supportata fortunatamente dalla presenza della mia macchina fotografica) e di suscitare una prepotente curiosità per una visita di persona.
Nel corso della visita si trovano installazioni artistiche antropomorfe anche meccanizzate situate in ambienti dall’alto contrasto luminoso: manichini ridotti alle sole gambe che danzano al ritmo di una musica vorticosa (fotografia 1) o automi umanoidi raffiguranti l’uomo e la donna (fotografia2). In spazi non illuminati ma contornati da pareti a specchio, si trovano sapienti assemblaggi di scintillanti cristalli Swarovski che riproducono oggetti od animali come la medusa della fotografia 3 che si specchia per duplicare il suo splendore. Altri ambienti non illuminati immergono il visitatore nella visione di pannelli traslucidi raffiguranti uomini ed animali, dall’articolato grafismo e dal forte impatto onirico (fotografie 4, 5 e 6). Pure forme geometriche, come quelle della fotografia 7, vivacizzano il loro schematismo mediante una sapiente alternanza delle luci colorate che le illuminano. Fantasie luminose di pannelli dove risalta la luce blu-verde diffusa dalla fibra ottica ed i toni azzurri di tubi fluorescenti sinuosamente conformati (fotografie 8 ed 9) lasciano attonito lo spettatore. Infine un azzurro portale, che lascia intravvedere una calda ed intensa luce gialla (fotografia 10), ricorda il verso dantesco “… e quindi uscimmo a rivedere le stelle” e conduce il visitatore al termine del cammino artistico.


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